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INDAGINI AD ALTA QUOTA di Luca " Betta"

IMGP5816bLa seconda partita della finora trionfale stagione della renatese (100% di percentuale di vittorie) si svolge tra le dimenticate catene montuose Lecchesi. Neanche il tempo di parcheggiare il gatto delle nevi e abituarsi all’aria rarefatta di montagna, che subito i nostri viados mancati si vedono costretti a sfrattare dal campo di gioco un Nadal abbastanza appesantito e brufoloso.                   La gara parte egregiamente per la squadra ospite; tempo 5 minuti e lo score dice già 2 gol a 0 per i nostri (no? Ok, allora miei) beniamini, che già pregustano un’altra goleada festosa; ma gli avversari questa volta ci sanno fare, e tra batti e ribatti, uno due venuti bene e non, palle stoppate con la pianta del piede e bestemmie sussurrate in moldavo il primo tempo si conclude con la Renatese avanti di un gol.                                         Ma la migliore condizione fisica degli avversari, la non abitudine a giocare a 3000 metri di altezza e la decisione non felice di effettuare una tappa polenta-e-usei a 15 minuti dalla gara, nel secondo tempo portano la Renatese a subire costantemente il pressing avversario, risultando pericolosa come un neonato armato di ciuccio sbavato e perforabile come le gentili signore presenti in quel di Arcore.                               Il match si chiuderà sul risultato di 8 a 5; Renatese che incappa nella prima sconfitta stagionale e che rimane a quota 3 punti. Lati positivi della trasferta sull’Himalaya: la scorsa stagione una sconfitta del genere avrebbe causato fiumi di Porche Ma***ne negli spogliatoi; questa volta il gruppo affronta serenamente la sconfitta, conscio che una maggiore concentrazione e il non ingozzarsi di sciatt e pizzoccheri avrebbero sicuramente giovato alla causa.

La squadra avrà dunque modo di rifarsi tra 5 giorni, sperando che il nuovo corso obbligatorio voluto dal nuovo addetto alle pubbliche relazione Simone Redaelli “Impara a sistemare i materassi della palestra in 19 facili lezioni” non distragga troppo i campioni della Renate che conta (poco), già alle prese con l’annosa questione delle docce stile “Zimbabwe” che tanto infastidiscono i nostri eroi.

PAGELLE

BETTA – 5 Qualche gol evitato e qualche gol che si poteva evitare, gli diamo 5 così non rompe le palle. Dignitoso tra i pali quanto scalmanato nelle uscite, la sua agilità ricorda quella del miglior Galeazzi. BISTECCONE

ZOIA – 5.5 Ormai si sa, se dall’altra parte c’è un omone grande e grosso sarà lui a doverlo marcare; questa volta però, dopo un primo tempo in cui il bruto di turno viene con qualche difficoltà e tre o quattro porconi contenuto, nel secondo cede come tutta la squadra alla stanchezza, lasciando all’avversario la libertà di perforare la porta (e non solo). DAVIDE E GOLIA

SIMO – 5.5 Come tutta la squadra, gioca un buon primo tempo, per poi sparire nel secondo fino ai 2 minuti e mezzo di “assalto” finale. L’aver dovuto fare da accompagnatore all’anello debole della squadra di certo non deve aver giovato; lo perdoniamo. ASSISTENTE SOCIALE

STEFANO – 6.5 Migliore in campo, ha dimostrato di essere l’unico della squadra in una forma vagamente accettabile. A metà secondo tempo si mette a dribblare e pressare anche i suoi compagni per noia, per quanto sia difficile dribblare e pressare dei conetti – PREDICATORE NEL DESERTO

PERALDO – 5 Dopo la splendida prestazione della prima gara non riesce a ripetersi; sperduto e nervoso, il viaggio di andata a coccolarsi con Betta deve avergli confuso le idee. SEDOTTO E ABBANDONATO

MANU – 6.5 Uno dei pochi a uscire con la sufficienza dalla difficile trasferta Lecchese. Un palo, 2 gol, e i capelli alla “l’importante è essere giovani dentro” fanno capire alla squadra che su di lui si può sempre contare. PETER PAN

RENZO – 5 Doveva entrare dalla panchina per rifilare calci e schiaffoni a chiunque si fosse presentato dalle sue parti, purtroppo il trucco non riesce e si ritrova più volte a fissare la palla in rete e il cielo con fare accusatorio. IL BISBETICO DOMATO

LELE – 5.5 Neanche il tempo di entrare in campo e subito comincia a buttarsi a terra come se non ci fosse un domani. Si dimentica però di urlare come un macaco in calore, e l’arbitro non ci casca. TANIA CAGNOTTO

MISTER – 5 Gestisce bene la partita nel primo tempo; nel secondo però cambi a rilento e mancate indicazioni fan si che la sua squadra perda subito la bussola. L’arbitro è un amico di vecchia data e quindi mantiene un certo decoro, per le sfuriate e gli insulti al direttore di gara c’è ancora da aspettare. BISOGNA ESSERE FATTI CONDIPLASTICA